domenica 27 novembre 2011

Ho rispolverato un vecchio articolo sulla mia cara Selinunte. E' stato l'accenno al soffocante abusivismo edilizio a farmene ricordare l'attualità. Anzi, di ciò che abbiamo osservato nel 2007, oggi ne affrontiamo le conseguenze.


Che fine ha fatto Selinunte?




CASTELVETRANO 29/10/2007 - La risposta di noi giovani è chiara: la nostra cara borgata è ormai caduta in uno stato d’abbandono. Lo scenario che si trova è sconfortante: case disabitate o sfitte per lo più fanno da contorno alla desolazione;le organizzazioni alberghiere pullulano nonostante l’assenza di servizi e strutture atti a supportarli; al di là dei ristoranti e di un paio di pub, le attività commerciali sono inesistenti, e soprattutto viene da chiedersi:”dov’è finita la gente?”

sabato 26 novembre 2011


ASPETTANDO LA RESURREZIONE

La Storia: “Pagare e sorridere”!
Non B., non Monti: saranno gli italiani a foraggiare l’impero finanziario in panne. “Noi la crisi non la paghiamo”, forse.

16 Novembre 2011. Si chiude oggi il primo capitolo di quella che Benigni ha declamato a tutta Europa come  la Resurrezione dell’Italia. Mario Monti ha ufficialmente presentato oggi i membri del suo governo tecnico, al seguito la cerimonia. Il “no” alla partecipazione del mondo politico a questa nuova e delicata fase è stato netto e senza discussioni. Come dire: “Un governo, se deve essere tecnico, allora deve essere fatto dai tecnici”; la retorica faziosa e l’immobilità dei  politici si faccia da parte una buona volta e lasci il posto  alla professionalità dei tecnici preparati. Ma cosa c’è voluto per voltare pagina? Il monito da parte dei leader europei sulla nostra credibilità inesistente, e la conseguente presa in giro? No, non è bastato. Le infinite polemiche di un’opposizione che altro non proponeva  che  le dimissioni di un Premier in fase di discesa? Figuriamoci! Neppure l’aver sfiorato “L’orlo del baratro”, come profetizzato da un’ accorata Marcegaglia, in una crisi finanziaria mondiale che porta spread da paura e titoli in borsa demoliti, ha potuto operare per il riassesto del sistema governativo del nostro paese. Alla fine, come in un qualsiasi “grande impero” che si rispetti, l’inizio della fine nasce dall’interno, dagli otto traditori (e più) che per un pugno di voti hanno determinato la sfiducia al governo di un premier che già sul nascere avere manifestato instabilità. L’indomani dell’annuncio dell’ancora premier, Berlusconi, mi trovavo a Roma e quello che respiravo era  un sentimento di “ripartenza”, di liberazione. Per quanto l’amicizia di Monti con le banche possa destare dubbi, un peso intanto ce lo siamo tolti: quello cioè di essere rappresentati da un leader che non ha le capacità di trasmettere la sicurezza e appunto la credibilità necessarie ad un paese in crisi. Già perché per risanare la nostra economia, bisogna innanzitutto trasmettere al mondo l’immagine di una nazione che si prenda sul serio e che sappia giungere a soluzioni anche immediate e radicali. Ma, barzellette e procrastinazioni erano all’ordine del giorno. Il governo partito oggi è fatto di persone che non hanno mai sperato nel lustro delle copertine e che non vantano di essere protagonisti del gossip in voga. Che già questo sia un certificato di garanzia, al cospetto dell’andamento generale della vita politica? Non ci resta che sperare ed essere fiduciosi nei riguardi nel nuovo governo. E’ vero che i governi tecnici non hanno buona reputazione, visti i precedenti storici; ma è pur vero che un governo immobile, come si è dimostrato quello di Berlusconi negli ultimi mesi, incapace e impossibilitato di varare le norme sulla stabilità tanto attese dall’Europa, era insostenibile. Corrado Passera è il nome che fa storcere la bocca a chi vede in questo esecutivo un'ingombrante presenza del mondo finanziario: Passera è bocconiano, come Monti, ma soprattutto è Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, seconda banca italiana. Una carriera, la sua, a lungo sotto l'ala debenedettiana. Gli è stato attribuito un dicastero fondamentale: sviluppo economico, infrastrutture e trasporti. Tre le donne in carica, la prima cui è stato affidato il ministero della giustizia. Contiamo adesso su un governo che porterà a termine la legislatura andata a male, fino ad aprile 2013. Soprattutto contiamo sull’apertura di una nuova fase governativa, che elabori le riforme necessarie ad accogliere le nuove elezioni. Oltre che dell’imminente allarme economico, è inevitabile augurarsi che ci si occupi di una nuova legge elettorale, che allontani il fantasma della ventennale governace berlusconiana, per consentire l’aprirsi di una nuova generazione politica. Se poi Mario Monti ed il suo staff volessero anche occuparsi dei tagli alle spese della politica, riducendo gli stipendi esorbitanti di una casta sfacciata, si garantirebbe un’uscita di scena trionfale. Forse solo lo sfacelo potrà riportare il paese alla tanto attesa Resurrezione. Forse solo la presenza di tecnici misconosciuti e l’assenza di politici “appoltronati” ci offre l’unica possibilità di ripartire, perché fino a quando saranno sempre gli stessi privilegiati a decidere per le proprie poltrone, si assisterà ad un circolo vizioso inguaribile. Nella speranza che la preparazione tecnica si traduca nella pratica con soluzioni valide, un pizzico di polemica va a tutti quelli che speravano in un miracoloso e improvviso rialzo delle borse all’indomani dell’annuncio del Monti-premier. La crisi economica e finanziaria è mondiale e in questo scenario l’Italia svolge un ruolo importantissimo, tanto da portarsi dietro anche i destini del vecchio continente come del nuovo, e del Giappone stesso. Come ha dichiarato Olli Rehn, commissario europeo per gli affari economici e monetari: “L’Europa non ha compreso da subito l’importanza del legame tra le loro economie, la loro interdipendenza, ed è stata troppo lenta nell’elaborare un programma anti-crisi da attuare fin da subito”. E parlare della possibilità di abbandonare l’euro mi fa ridere. Tornare indietro, perché non si sa andare avanti: come dire ad un bambino di tornare sul passeggino perché è caduto al primo tentativo di camminare. Guardiamo avanti, godiamoci la tanto agognata fase liberatoria. Nella storia le crisi economiche si sono sempre alternate a fasi di straordinario benessere; è questa la macchina che muove il mondo, sin prima della capitalizzazione. E mai, in alcun Regime, in alcun impero, si è battuta la crisi miracolosamente, senza recare danno ad alcuno. Sono sempre state le fasce basse della popolazione a pagare per il rilancio dell’economia. E non sarà diverso neppure questa volta. Elaborare un corretto piano d’azione anti-crisi, da togliere dal cassetto in caso di allarme, sarebbe stata la soluzione, ritornando alle parole di Rehn. Avrebbe dovuto essere appannaggio del governo Berlusconi e della Commissione Europea, anch’essa ritardataria. Ma si sa, non è il governo a fare la crisi ( certo, in Italia si sperpera per il mantenimento di una casta davvero ingorda), e neppure esiste un governo in particolare capace di risollevare un paese affossato nella crisi globale. Non è il fallito governo Berlusconi, non sarà il neo-governo Monti; saranno gli italiani a foraggiare l’impero finanziario. E lo stampo bancofilo del sistema Monti preannuncia una serie di stangate fiscali non indifferenti. Ma non allarmatevi, è naturale, è storia. “Noi la crisi non la paghiamo” recita il celebre slogan degli indignati. Concordo con loro, in pieno. O almeno vorrei. Già, perché so che la crisi la pagheremo eccome, e fino all’ultimo centesimo. Adesso possiamo solo godere di un’assenza, quella del presidente dimesso, respirando così un’aria ricca di rinnovata dignità. Dignità, già. Almeno con Monti sono lontani i tempi delle grossolane figuraccie a Bruxelles e non solo. Per fortuna permane la Lega Nord, con cui non si smetterà mai di ridere. “Governo Monti? No! Passiamo all’opposizione”. Dichiarazione-chiave per comprendere il pensiero politico leghista, straordinariamente coerente e autonomo. Dopo anni di scontri ideologici in primis, di pareri inconciliabili, si diventa fratelli. Come dire: il diavolo che fa la doccia con l’acqua santa. Povera Italia: ma povera per davvero! Come ci insegna la storia, saranno i tuoi figli, gli italiani di ogni giorno, oggi precari, oggi disoccupati e indebitati, a lottare per te, per la tua Resurrezione, stavolta.