domenica 27 novembre 2011

Ho rispolverato un vecchio articolo sulla mia cara Selinunte. E' stato l'accenno al soffocante abusivismo edilizio a farmene ricordare l'attualità. Anzi, di ciò che abbiamo osservato nel 2007, oggi ne affrontiamo le conseguenze.


Che fine ha fatto Selinunte?




CASTELVETRANO 29/10/2007 - La risposta di noi giovani è chiara: la nostra cara borgata è ormai caduta in uno stato d’abbandono. Lo scenario che si trova è sconfortante: case disabitate o sfitte per lo più fanno da contorno alla desolazione;le organizzazioni alberghiere pullulano nonostante l’assenza di servizi e strutture atti a supportarli; al di là dei ristoranti e di un paio di pub, le attività commerciali sono inesistenti, e soprattutto viene da chiedersi:”dov’è finita la gente?”
.Già, questa è la domanda più ricorrente. Siamo nel pieno della stagione estiva e quello che resta dell’animata borgata di qualche anno addietro, sono solo pochi affezionati frequentatori, che nulla possono fare per l’incremento delle attività socio-culturali ed economiche del paese. Che dire, sarà perché ormai Selinunte è stata definita nel suo ruolo, quello di fare “da ricovero per la stagione estiva”;tranquillità e silenzio  devono essere le parole d’ordine: un “mortorio” in gergo giovanile. Così Selinunte viene scartata dalle mete d’attrazione possibili, e la massa, inclusi gli stessi fedeli selinuntini, si vedono costretti ad optare per località come Tre Fontane, favorendo così altrove il girare dell’economia. Solo pochi di noi ragazzi non vogliono cedere alla smania di dover “espatriare” dalla nostra borgata, per preferire mete oggettivamente più capaci nel promuovere servizi ed eventi.. La mancanza di un’efficace cultura del turismo gioca la sua parte: il nostro amato Parco Archeologico registra circa 600.000 visitatori l’anno e tutti questi che fanno dopo le dovute escursioni? Una fugace visita al litorale di Marinella e poi pronti per ripartire: il cosiddetto “turista mordi e fuggi”; o se finisce meglio il turista opta per l’alloggio in uno dei tanti alberghi, entro cui rimane per l’assenza di strutture d’intrattenimento, eventi e simili. Dobbiamo chiederci: “Che cosa offriamo?”;“Poco e nulla”, rispondiamo noi. Mostri architettonici al posto di ipotetici belvedere, interessi personali al posto di una buona strategia turistica. Ma questa non vuole essere una critica fine a se stessa. Fare di Selinunte una piccola “Perla” come lo è Taormina non è impossibile, proprio grazie alle risorse che per natura essa ci offre. Il litorale con la sua visuale unica ed inestimabile sul Parco dovrebbero essere la prima attrazione, ma ciò è reso difficile dall’ingombrante presenza di case sulla spiaggia che un’incosciente amministrazione ha reso possibili, ancora una volta preferendo l’interesse singolo a quello pubblico. La rabbia è forte. I prezzi d’affitto salatissimi rendono la zona ancora meno frequentata e vissuta; e quindi perché non creare degli accordi con i proprietari delle abitazioni, che facciano abbassare gli importi facilitando così la “ripopolazione” della borgata? Oppure approntare licenze a basso costo per rianimare l’offerta commerciale. La considerazione, l’interesse e l’impegno della nostra amministrazione è qualcosa che noi giovani pretendiamo, perché la stagione estiva selinuntina non può ridursi ad una passeggiata serale e alle 11 tutti a nanna, né si può credere che basti attrarre migliaia di persone nelle 4 sere dei giochi pirotecnici, mentre invece nei giorni rimanenti il paese ne ospita nemmeno un centinaio. Bisogna iniziare da servizi e strutture (culturali, sportive e ricreative) e da una buona strategia pubblicitaria. Basterebbe dare vita a qualcosa di nuovo per attirare l’attenzione:abbattiamo le dune, riapriamo la vecchia stradina che da poco sopra il lido Zabbara portava fin sotto l’acropoli o creiamone una nuova con pista ciclabile che consenta il raggiungimento veloce e facilitato della vicinissima Triscina; organizziamo un Festival musicale con il quale coinvolgere la miriade di band locali, che molto influiscono nel sopraggiungere di giovani;proviamo a dare una svolta, non c’è nulla da perdere!Ma alla base di tutto sta l’interesse, se manca quello manca tutto. Questo è l’appello di una ragazza che in questo territorio è cresciuta e che come tanti è stanca di questo abbandono.

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